Studio britannico su accumuli significativi nel cervello di chi ne è colpito
Una notevole quantità di alluminio è presente nel tessuto cerebrale di persone con un forma familiare, ovvero ereditata, di Alzheimer e si deposita in prossimità delle placche di betamiliode. E' quanto emerge da un nuovo studio pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease, che supporta un crescente corpo di ricerca che collega l'esposizione umana a questa sostanza con la malattia che toglie i ricordi. L'associazione tra alluminio e proteina betamiloide (i cui frammenti aggrovigliati formano le placche, segno caratteristico dell'Alzheimer) è stata suggerita oltre 40 anni fa. Per capire meglio questo rapporto, i ricercatori della Keele University, in Gran Bretagna, hanno misurato l'alluminio nel tessuto cerebrale di un gruppo di pazienti colombiani con Alzheimer familiare che condividevano una specifica mutazione genetica che porta a una insorgenza precoce della malattia e a una forma aggressiva.
I livelli sono stati confrontati con un insieme di tessuti cerebrali provenienti da persone senza diagnosi di malattia. Il contenuto di alluminio nel tessuto cerebrale dei donatori con la mutazione genetica era universalmente elevato: il 42% dei tessuti aveva un livello considerato patologicamente significativo e i livelli erano molto superiori rispetto a quelli del gruppo di controllo. Inoltre, i depositi di alluminio erano prevalentemente co-localizzati con le placche di betamiloide e solo occasionalmente erano presenti nel sistema vascolare del cervello. "L'aumento di betamiloide nel tessuto cerebrale di questi soggetti - commenta l'autore senior Christopher Exley - potrebbe essere una risposta a elevati livelli di alluminio, o viceversa, l'alluminio potrebbe favorire l'accumulo di betamiloide" in persone che hanno un rischio genetico di malattia.
fonte: Journal of Alzheimer's Disease
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